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  CHIETI ITINERARIO STORICO - TURISTICO

 

Proseguendo per viale IV novembre si arriva in Piazza Trento e Trieste dove convergono e da cui dipartono diverse strade. Sulla destra della piazza si vede il Palazzo ex Enal, sulla sinistra il Pontificio Seminario Regionale, sulla via Nicoletto Vernia l'edificio del Liceo Scientifico "F. Masci", già Camera di Commercio, ampliato su disegno dell'ing. Antonio Simonelli attualmente è solo sede del Liceo Scientifico. Proseguendo sempre sulla sinistra della piazza incontriamo anche la Chiesa della SS. Trinità. Comunque il Palazzo ENAL, costruito su disegno dell'arch. Camillo Guerra di Napoli, fu inaugurato nell'anno 1934. Consta di due piani, sormontati da un ampio terrazzo a cui si accede da due gradinate elicoidali esterne. Tipica architettura Littoria costruita per dopolavoro, ospitava uffici ENAL, sale da gioco e sala cinematografica. Poi vi sistemarono alcuni uffici del comune e dello IARES. Per un lunghissimo tempo è rimasto inutilizzato finchè la giunta comunale con sindaco Cucullo non ha deciso di ristrutturarla. La foto sotto è stata scattata ad aprile 2004 e attualmente si è ancora in attesa di una sua proficua utilizzazione.

 

"Palazzo ENAL "

 

 

La Chiesa della SS. Trinità

 

La  costruzione di questa Chiesa venne deliberata nell’anno 1586 e realizzata con le elemosine dei cittadini e della Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini con l’intento di annettervi un “Ospedale per i Pellegrini”. La Chiesa venne costruita presso la “Porta di S. Andrea”, anticamente chiamata di S. Croce, poi Porta di S. Andrea, a ridosso di uno dei torrioni della porta medesima. La facciata della Chiesa, completata nel 1602 come si legge nella iscrizione posta nell’architrave del portale, è in mattoni a vista, semplice e schematica nella costruzione. Una breve gradinata conduce all’unico accesso della Chiesa: gli stipiti del portale sono quelli originali, sormontati da un timpano all’interno del quale si ammira un affresco raffigurante l’Eterno Padre benedicente che regge il mondo con due angeli ai lati, di autore ignoto; e, nella parte alta della facciata, una piccola nicchia entro la quale era collocata una statua lignea del sec. XVI raffigurante la Madonna col Bambino, oggi conservata nel Museo Diocesano di arte sacra. L’interno è di stile barocco a unica navata con semplici decorazioni a Stucco. Sul lato sinistro di chi entra vi è una Cappella, ricavata dal torrione di destra della porta S. Andrea, con cupola recanti affreschi eseguiti nel 1844 da Raffaele Fùrrara e restaurati nel 1934 dal pittore chietino Francesco De Vincentiis, allievo prediletto di Filippo Palizzi. Fu costituita a Parrocchia nel 1634, con bolla del 5 settembre di quell’anno dal Cardinale Antonio Santacroce, Arcivescovo e Conte di Chieti. All'ingresso di questa chiesa ( il parroco di allora che noi chiamavamo "cocciasecca" per la sua magrezza ) faceva apporre i consigli sui film da vedere e quelli che erano assolutamente vietati, parlo degli anni 1957, 1965, gli anni della mia giovinezza che ho passato in questa meravigliosa città.

 

 

"Chiesa della SS. Trinità"
 

 

Cattedrale di San Giustino

 

L'originaria costruzione della Cattedrale si perde nei secoli. Essa sorse probabilmente sin dai primi tempi cristiani, sulle rovine di un tempio di Ercole o di Giove e dovette occupare forse tutta l'estensione dell'attuale Chiesa nella parte inferiore, come lascia supporre un muro in "opus reticulatum" messo in luce durante i recenti lavori di restauro nella zona del fonte battesimale, a destra dell'ingresso della Chiesa superiore. La prima costruzione della Cattedrale, secondo alcune testimonianze, dovette essere in stile neocristiano e risale al secolo IV. Fu completamente distrutta nell'incendio fatto appiccare alla città da Pipino nell' 801. Venne ricostruita nell' 840 dal Vescovo franco Teodorico I, ma anche questa Cattedrale crollò. Fu riedificata nel secolo XI, epoca a cui deve riferirsi la pianta corrispondente a quella attuale della Chiesa e della Cripta sottostante, e consacrata il 5 novembre 1069 dal Vescovo Attone, discendente dei re carolingi. La Cattedrale fu rimaneggiata nei secoli XIV e XVI, ma il 3 novembre 1706 un terribile terremoto danneggiò Chiesa e campanile. L'opera di ricostruzione durò parecchi anni, forse su disegno dell'architetto milanese Carlo Piazzoli; il 18 novembre 1770, eseguiti tutti i lavori, la Cattedrale fu riconsacrata dal Vescovo Del Giudice. L'attuale facciata e il prospetto laterale destro furono compiuti tra il 1920 e il 1936 su disegno dell'arch. Guido Grilli (collaboratore del Sacconi nell' erezione dell' Altare della Patria a Roma), che si ispirò in parte alle linee dell'abside laterale destra, che appartiene al rifacimento architettonico del secolo XIV, e in parte a forme medievali di architettura pugliese. Sempre riguardo al prospetto, interessanti la fuga delle colonnine delle polifere architravate, poste in alto a coronamento della fiancata prospetto, i due rosoni ricchissimi e l'artistico portale, tra la fiancata e il campanile. Sotto Mons. Giuseppe Venturi (1931-47) furono eseguiti la lunetta del portale in mosaico opera del Biagetti, della Scuola Vaticana; la Via Crucis; le tele di S. Camillo e di S. Francesco Caracciolo e la sistemazione degli uffici parrocchiali. Il Sacro Monte dei Morti ha pensato alle porte in ferro battuto dell'ingresso alla Cripta. Sotto Mons. G.B. Bosio (1948-67), furono riparati alcuni danni di guerra e si pensò di sostituire il fatiscente pavimento in mosaico con un altro in marmo. Dal 1970 al 1976 sono stati eseguiti i lavori di consolidamento e di restauro di tutta la Chiesa superiore e della Cripta. Questi lavori hanno avuto come promotore Mons. Loris F. Capovilla, già Segretario di Papa Giovanni XXIII, e furono continuati dal successore Mons. Vincenzo Fagiolo. L'interno della

 

 

Cattedrale, a tre navate con transetto e cupola, decorato con pitture del secolo XVIII, s'impone per la sua ampiezza, per il movimento e per la classica armonia delle sue masse architettoniche. Nella volta della navata centrale vi sono tre grosse tele: nella prima, per chi entra, vi è S. Alfonso e S. Filomena, devozione che fu molto diffusa da Mons. G. M. Saggese; nella seconda vi è l'Assunzione della Vergine, prima "titolare" della Chiesa; nella terza S. Giustino nella grotta della Maiella che viene pregato dal popolo di Chieti ad accettare la nomina a Vescovo della sua Patria, opere del pittore Del Zoppo. Nella navata a destra di chi entra, si può ammirare il battistero, in porfido di Verona, eseguito nel 1599; salendo le scale, sulla parete destra, una tela raffigurante S. Francesco Caracciolo (nato a Villa S. Maria, Chieti, 1563-1608) fondatore dell'Ordine dei Caracciolini, grande diffusore del culto della SS. Eucaristia; l'altare del braccio destro del transetto, è dedicato a S. Gaetano da Thiene, perché questo grande Santo (1480-1547) è particolarmente legatO alla città di Chieti: infatti, assieme all'" episcopus theatinus" G. Pietro Carafa (il futuro Paolo IV) fondò nel 1524 l'Ordine dei "Teatini", che prendono il nome appunto da Chieti ("Theate"). L'ordine, che era formato da chierici regolari per la cura delle anime, prese origine dall'Oratorio del Divino Amore, istituito a Roma nel 1517, ed ebbe grandissima importanza nella restaurazione cattolica. La pala dell'altare raffigura il Santo mentre riceve dalle mani della Madonna Gesù Bambino nella Basilica di S. Maria Maggiore in Roma, nella notte di Natale del 151 7, opera di ludovico De Majo, prima metà del secolo XVIII; in alto, nella volta del transetto, una tela raffigurante l'Ordine dei Camillini, Caracciolini e Teatini, del pittore Del Zoppo; nella cappella dell' Addolorata, il paliotto dell'altare, in marmo intarsiato, lavoro di arte napoletana del secolo XVII, avente incastonata nel mezzo una piccola effigie in pietra di San Giustino; nell'abside della navata centrale: altare di finissimi marmi con paliotto in marmo, scolpito ad altorilievo e rappresentante San Giustino nell' eremo della Maiella che riceve le insegne episcopali dal popolo di Teate; impressionano il volto emaciato del santo anacoreta e l'atteggiamento 


 

La Cattedrale di San Giustino, il campanile

squisitamente materno della donna che reca il bimbo in braccio, è riferibile al caposcuola napoletano Giuseppe Sammartino; gli stalli del Coro distribuiti in due ali, sono opere del secolo XVIII eseguite da Ferdinando Mosca di Pescocostanzo, l'intagliatore abruzzese più valente del Settecento; il trono, opera di Vincenzo Cerritelli di Chieti, eseguito dopo la seconda guerra mondiale, per volontà di Mons. Venturi; la pala d'altare maggiore raffigurante San Tommaso Apostolo a cui appare Gesù Risorto, attribuito a Ludovico De Majo; nel braccio sinistro del transetto la cappella con il busto in argento di San Giustino. In questa nicchia vi era il busto argenteo di San Giustino, eseguito originariamente da Nicola da Guardiagrele nel 1455 ma rifatto nel secolo XVIII da un valente argentiere napoletano che conservò della vecchia statua la testa e forse anche le mani. Nel 1983

 

 

questo busto è stato rubato. Dopo cinque anni di inutili ricerche l'Arcivescovo Mons. Antonio Valentini ha fatto rifare, con l'aiuto del popolo, dall'artista romano prof. Raul Vistali un nuovo busto del Santo (del peso di kg 65 di argento) che è stato portato in processione, il 10 maggio 1988, in occasione della festa del Santo Patrono, ed è quello che attualmente ammiriamo nella nicchia della cappella. Nello stesso braccio di sinistra del transetto: la tela raffigurante l'Immacolata con ai piedi S. Nicola di Bari e S. Gaetano Vescovo e Martire, del pittore napoletano, Saverio Persico, che la dipinse nel 1759; in alto, nella volta del transetto, una tela raffigurante la fondazione dell' ordine dei Celestini ad opera di Pietro Celestino V, regnando Urbano IV ed essendo Vescovo Teatino Nicola, alle falde della Maiella chietina (S. SpiritO), nell'anno 1264. Nell'ordine fiorirono, fra gli altri gli Emi Roberto da Salle, Tommaso di Ocre e Pietro, opera del pittore Del Zoppo. Queste due tele, della volta del transetto, sono importanti per la storia della Diocesi di Chieti. Per la fausta ricorrenza del IV Centenario della elevazione della Sede Teatina a Metropolitana, il Capitolo della Cattedrale faceva affiggere il seguente manifesto:'Commemorando la elevazione della nostra Sede, già Vescovile, a Metropolitana (avvenuta con Bolla di Clemente VII il 10 giugno 1526), noi ricordiamo altresì il secolo delle più larghe benedizioni di Dio sulla nostra Diocesi, e del maggiore splendore di lei: un Arcivescovo di Chieti, G. Pietro Carafa, salì sulla Cattedra di S. Pietro col nome di Paolo IV; tre Ordini Religiosi ebbero origine da lei, cioè quello dei Teatini, che ne prese anche il nome, il Camillino e il Caracciolino; e due di questi fondatori ascesero al supremo onore degli altari: S. Camillo De Lellis e S. Francesco Caracciolo. Un grande nostro Missionario portò il nome di Cristo nelle Indie, in Cina e in Giappone: Alessandro Valignani della Compagnia di Gesù. I nostri Santi riformando il Clero (Teatini), diffondendo il culto dell'Eucaristia (Caracciolini) ed effondendo la carità di Cristo sui sofferenti (Camillini), combatterono validamente Lutero e diedero largo contributo alla controriforma cattolica". Scendendo dal transetto per la navata, si possono ammirare due tele, quella sulla parete di destra, raffigurante S. Camillo De Lellis (nato a Bucchianico, Chieti, 1550-1614) che cura gli ammalati rifugiatisi fra i ruderi del Colosseo durante la peste del 1586; quella di sinistra, raffigurante S. Gabriele dell' Addolorata (morto a Isola del Gran Sasso, Teramo, 1838-1862) Patrono principale della Regione assieme a S. Camillo De Lellis; nella navata, il quadro raffigurante S.Giustino 

 

Madonna lignea


in atto di venerare l'Assunta, di Andrea Scapuzzi del 1776; in fondo a questa navata, il quadro della Natività, un capolavoro di profonda umanità e di grande equilibrio classico, eseguito .dal pittore concittadino Nicola De Laurentiis (1783-1832) che fu tra i primi allievi del Camuccini; quest' opera è la piii pregevole di tutta la Chiesa. Appena dopo questo quadro vi è la Cappella della Vestizione: altare ligneo; nelle pareti laterali due grandi quadri di scuola napoletana solimenesca, "Le nozze di Cana" e "L'ultima cena" , riferibile alla seconda metà del secolo XVIII.

 


"La Cattedrale, scalinata d'accesso"

 


 

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