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Chieti -  Penna Sant'Andrearight

in Abruzzo

Le stele paleosabelliche

 

Tre nuove stele con iscrizioni paleosabelliche, di cui una completa, sono state restituite dalla necropoli di Penna Sant'Andrea. Il ritrovamento casuale di un primo gruppo di frammenti indusse la Soprintendenza archeologica ad espletare ricerche che misero in luce i resti di una necropoli e, nel suo ambito, altri frammenti di stele iscritte. Non fu possibile, tuttavia, accertare alcuna relazione tra sepolcri e stele. Queste ultime, infatti, erano state rimosse dalla loro collocazione originaria per essere accatastate, già in antico e presumibilmente in epoca romana, nel momento in cui l'area era stata destinata all'uso agricolo. Le tombe rinvenute, inoltre, contenevano tutte corredi femminili, mentre è indubbia la pertinenza delle stele a personaggi virili, rappresentati simbolicamente sulla sommità delle lapidi dal volto barbato scolpito a rilievo.

 

 

 

Penna Sant'Andrea

 

 

probabilmente un copricapo come nella stele del guerriero di Capestrano. La serie alfabetica che compare sulle tre stele è costituita da almeno 21 35 lettere, e rappresenta una fase evoluta rispetto a quella testimoniata dallascultura di Capestrano, la quale risale al vi secolo. Il valore fonetico delle lettere è sicuro, con esclusione del segno a stella, che potrebbe rappresentare
una semivocale oppure, più probabilmente, una aspirata e che verrà qui comunque trascritto con h. Il segno a tre punti sovrapposti separa le singole parole. La prima iscrizione, completa, si sviluppa su quattro righe a partire dal basso verso l'alto e da destra verso sinistra, con andamento continuo sul corpo della stele:
hidom safinùs estùf ehelsi't tiom po/vaisis pidaitùpas fitiasom mùfqlùm men/tistrùi nemù-
nef praistaft panivù meitims saf/inas tùtas trebelies titùi praistaklasa posmùi.
La seconda consisteva in un testo più breve, che correva lungo il bordo della
parete frontale della stele. Se ne è conservata la parte centrale, incisa sulla
porzione più alta della stele:
...]nis safinùm nerf persukant p[...

 

Penna Sant'Andrea

 

Le stele possono tuttavia datarsi agevolmente, sulla base di considerazioni alfabetiche, epigrafiche e stilistiche, entro l'arco del v secolo a.C. Il loro ritrovamento è venuto ad arricchire in maniera molto significativa una sparuta classe di documenti linguistici, variamente individuati anche con i termini di sud-piceno, italico orientale, medio-adriatico etc, consistente attualmente in 23 testi, la cui area di distribuzione è delimitata a nord dal fiume Esino, nelle Marche, a sud dal fiume Sangro, in Abruzzo, e ad ovest dal territorio dell'antica città di Cures, nella Sabina. Le tre stele sono di forma stretta e allungata, con la faccia coperta da iscrizioni con andamento bustrofedico. Due di esse hanno conservato la sommità con la raffigurazione di una testa virile. In entrambe la parte terminale, in alto, forma un dente ad angolo retto destinato a sorreggere un elemento separato, 

Penna Sant'Andrea

Della terza inscrizione si è conservata invece la parte incisa sulla porzione inferiore della stele. Anche in questo caso il testo ha andamento bustrofedico, su sei righe che correvano con sequenza ininterrotta a cominciare dall'angolo superiore destro della pietra. Manca più della metà del testo:  rtùr brimeqlùi alfntiom okrei safina[... enips toùta tefei posmùi praistaint a[... psùq qoras qdufeniùi brimeidinais epe[... Benché si sia ancora lontani dalla possibilità di comprendere pienamente il significato dei testi, con la loro acquisizione si sono ottenuti dati nuovi e spesso sconvolgenti per la conoscenza linguistica, storica ed istituzionale del mondo che essi rappresentano. Emerge infatti per la prima volta la possibilità di riconoscere in questa classe di documenti una pertinenza etnica, che viene qui esplicitata nelle forme safinùs, safinùm, safinas, safina[...\  

Penna Sant'Andrea

presenti costantemente nelle tre iscrizioni.   Safinim è anche il nome del Sannio, nella lingua sannitica, documentato da un'iscrizione, più recente, di Pietrabbondante e da legende monetali della guerra sociale. I Safìni di Penna Sant'Andrea saranno dunque quei Sabini di cui la tradizione romana conosceva la presenza sulle sponde dell'Adriatico. Ci si apre cosi uno spiraglio di luce sui problemi della originaria unità etnica dei Sabini e dei Sanniti; ma al di là di questo rapporto, che comporta problemi di sfasatura cronologica nella documentazione esistente, informazioni ben più utili possono emergere dall'interno del gruppo di iscrizioni che appartengono a questa medesima classe (vi-iv secolo a.C). È indubbio che la loro area di diffusione corrisponde all'ambito di popolazioni sabine, o di gruppi etnici di cui è riconosciuta dalla tradizione antica una origine sabina o comunque una affinità con i Sabini. Queste iscrizioni si ritrovano infatti in tutto il Piceno antico, corrispondente alla regione V

dell'Italia augustea, e non ne travalicano il confine settentrionale, nonché nel territorio dei Vestini, dei Peligni, dei Marrucini e nella Sabina. Grazie ai dati offerti dalle stele di Penna Sant'Andrea, è stato possibile individuare anche nelle iscrizioni della parte centrosettentrionale del Picenum.

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