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  Pasqua 2005 a Chieti

 

Quest'anno, la Pasqua cade il 27 marzo e noi la passeremo a Chieti con mamma Gina che ha compiuto 79 anni, mia sorella Diana e mio fratello Luciano. Partenza da Trento mercoledì 23 alle 8,30 del mattino e arrivo a Chieti verso le 15. Mamma ha preparato il brodo di gallina e ci rifocilla con dei bei ravioli fatti in casa, ne abbiamo proprio bisogno, perchè per sette ore non abbiamo fatto altro che bere caffè. Questa è la terza volta che ritorno dopo la tremenda operazione al cuore che mi ha tenuto bloccato per quasi un anno. Il tempo non è un gran chè e minaccia pioggia ad ogni momento e ce solo da augurarsi che non piova il Venerdì Santo, impedendo come l'anno scorso ( 2004 ) alla Processione di fare il suo tracciato per intero. Giovedì e venerdì è dedicato alle visite ai parenti, a fare qualche compera a Pescara o a Francavilla. A Chieti vado solo venerdì mattina e a piedi, salendo dalla scala mobile, causa la scarsezza dei parcheggi disponibili in confronto al numero impressionante di macchine. La città è tutto un rifacimento, il tratto di strada davanti al Supercinema, la Biblioteca Comunale e il palazzo di fronte all'ex Pescheria (attualmente abbandonata e in attesa di futura destinazione ). Al Pozzo, di fronte al Teatro Marrucino gli ultimi reperti archeologici scoperti che avrebbero dovuto continuare il racconto del passato di Chieti, una delle città più antiche d'Italia, sono stati tranquillamente risotterrati, fino a data da destinarsi, sotto un corso ripiastrellato con antiestetici cubetti di "porfido" nero, tenuti insieme con dell'antiestetico mastice bianco.

 

Chieti, Via Pollioni ex  "Via degli Orefici "

 

La città di Chieti sembra non voler perdere mai occasione di ricordare, ai suoi abitanti e agli appassionati di storia e di archeologia, le sue antiche origini che la annoverano fra le città più antiche d’Italia. Oggi avremmo potuto assistere all’ennesima occasione di ridare luce al passato della città teatina attraverso i reperti archeologici rinvenuti accidentalmente durante dei lavori di rifacimento della pavimentazione del centro storico. Precisamente in piazza Valignani, importante crocevia nel cuore della città, che separa il tratto del Corso Marrucino aperto al traffico dal suo proseguimento, isola pedonale e spina dorsale del centro di Chieti. Qui, i lavori iniziati a settembre 2004 per sostituire l’asfalto con un lastricato di porfido, meglio noti come "sanpietrini", hanno riesumato importanti reperti della Città imperiale. Accanto agli scavi delle ruspe sono, quindi, iniziati quelli disposti dalla soprintendenza ai Beni archeologici, situati a pochi metri dall’entrata principale del teatro Marrucino e si estendevano fino all’imboccatura della stradina che porta in piazza Umberto I. Tali scavi hanno portato alla luce una porzione di muro romano, un cunicolo, alcuni oggetti fra i quali piccole anfore e, di notevole interesse, un mosaico pavimentale, testimonianza della civiltà romana. Gli studiosi e i cittadini di Chieti possono, dunque, aggiungere un altro tassello alla ricostruzione delle antiche sembianze della città, da sommare a quanto già i diversi scavi condotti in passato hanno messo in luce e ricostruito, come ad esempio la cisterna romana, l’anfiteatro della Civitella, il teatro romano, i tempietti romani. Quì si era alla presenza di un edificio pilastrato di dimensioni rilevanti (30 metri di larghezza per 60 metri di lunghezza circa) che faceva da sostegno ai palazzi della Provincia, della Banca d’Italia e del teatro Marrucino. I resti di quest’ambiente vennero già rinvenuti in uno scavo risalente al 1914, a seguito del crollo del palazzo Valignani, dove fu poi costruito il palazzo sede della Banca d’Italia. Già in questo scavo vennero ritrovati preziose testimonianze scultoree della civiltà romana, come la testa di Augusto, quella di Tito e vari frammenti di statue, tutti conservati ed esposti all’interno del Museo della Civitella. Per quanto riguarda il bellissimo mosaico, il tutto è stato ricoperto perchè il punto di ritrovamento è ritenuto un punto ad alta densità di traffico. Bastava chiudere il centro storico, come si fà in tutte le città d'Italia e in particolare l'attraversamento del corso Marruccino e il problema era risolto. Oppure in ultima analisi si sarebbe potuto distaccare il mosaico e riproporlo magari all'interno del Museo della Civitella. Lì dov'è adesso certamente non serve a nessuno.

 

Particolare del Mosaico

Il rinvenuto mosaico a Chieti in Piazza Valignani, è una pavimentazione di un deposito pubblico di derrate alimentari.
 

In questi giorni di Pasqua e di festa si accavallano le manifestazioni in Abruzzo e il tempo scorrerà tra riti e Processioni. A Sulmona, la "Madonna che scappa", a Chieti il "Venerdì Santo" e all'Aquila la "Sagra dei Talami". Della Processione di Chieti parlerò nella pagina seguente, dove saranno presenti anche le foto scattate nell'occasione, in Via degli Orefici, all'angolo con Piazza Valignani. A Sulmona invece si rinnova in questi giorni la secolare manifestazione della "Madonna che scappa in piazza". Ancora una volta, gli uomini dalla "mozzetta" verde della Confraternita di Santa Maria di Loreto, affronteranno la "corsa" sul plateatico dell’antica Piazza Maggiore, quella della madre che riabbraccia il figlio risorto. Questa sacra rappresentazione è densa di significati e di simboli, innestata com’è sulle feste romane della primavera. Così il manto nero che cade per lasciare il posto a quello verde altro non è che la vittoria della primavera sull’inverno, della vita sulla morte; e così la corsa, altro simbolo di vitalità, temi rivisitati in chiave cristiana e che hanno il compito d’infondere nell’animo degli astanti la speranza di una vita dopo la morte. Ma è l’intero rituale (corsa, caduta del manto, volo dei colombi) ad offrire elementi per trarre auspici sull’anno in corso. Se il manto "cade" male, o, peggio, se la Madonna "inciampa", o i colombi non volano bene, l’anno non sarà dei migliori. Anni come il 1933 (terremoto), e il 1940 (inizio della guerra) furono annunciati da problemi nei "meccanismi segreti" che fanno funzionare gli eventi. Di certo c’è che questa manifestazione attrae sempre gente, Sulmona è piena di turisti, tantissimi gli stranieri.

Sulmona "La Madonna che scappa"

Chiuderanno le festività abruzzesi legate alla Pasqua "La Sagra dei Talami" che come da tradizione si svolge martedì 29 marzo, ad Orsogna. I "Talami" sono sette carri allegorici, uno dei quali trasportato a spalla e gli altri trainati da trattori, su ciascuno dei quali i giovani del paese rappresentano scene tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento. I Talami prendono il nome dal palco su cui venivano eseguiti i drammi liturgici. l'edizione 2005 ha avuto come tema "L'Eucarestia è sorgente di speranza". I "Talami furono allestiti per la prima volta in epoca medievale, nella chiesa della Madonna del Rifugio ( distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale ); il viso della Madonna Nera era ritenuta miracolosa. La notte tra il lunedì e il martedì di Pasqua ci si riuniva per assistere al Miracolo, che consisteva nella mutazione del colore del volto della Madonna da Nero in Bianco o nell'osservare il movimento dei suoi occhi. A commentare dal balcone del Municipio di Orsogna, la sfilata dei sette Quadri Biblici Viventi hanno chiamato il neo  arcivescovo di Chieti - Vasto, Monsignor Bruno Forte.


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